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RESIDENZE
ETTORE FAVINI (2017)
RESIDENZE   ETTORE FAVINI (2017)

I primi giorni di residenza sono stati dedicati a una ricognizione antropo/geologica delle antiche incisioni rupestri e della vita dei pastori Amazigh, che praticano la transumanza da millenni e risiedono nelle alte terre degli alpeggi per circa cinque mesi l’anno.[ leggi tutto ]

Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017
Ettore Favini 2017

Oukaïmeden è uno dei siti dove si trova il maggior numero di incisioni rupestri dell’Alto Atlante, lo studio di queste incisioni è di un’importanza considerevole; in effetti, le opere raffigurate sono diverse: forme geometriche, antropomorfe, armi, carri, scene di caccia, rappresentazioni faunistiche.
Alcune delle rappresentazioni sulle montagne ricordano sia nell’esecuzione sia nella simbologia le tarde incisioni rupestri camune.
Questa coincidenza ha rafforzato ulteriormente la ricerca di Ettore Favini che, negli ultimi anni, sta lavorando nel bacino del Mediterraneo in un processo di ibridazione di oggetti, strumenti e materiali che veicolano un patrimonio comune di simboli e motivi decorativi. L’artista, nel villaggio di Gliz, ha creato e disegnato insieme alle tessitrici locali, ibridando i simboli e mixando i pattern che aveva incontrato precedentemente in Sardegna nel suo progetto Arrivederci. Questi nuovi simboli sono stati tessuti a Gliz, prendendo la forma di tappeti/arazzo. Favini ha poi inciso sulla pietra rossa dell’Ourika la scritta Arrivederci in arabo e in francese sotto a una linea-mappa che traccia i percorsi compiuti dai nomadi ogni anno per arrivare sull’altopiano, come omaggio per un nuovo ritorno, per un viaggio stagionale che viene trasmesso di generazione in generazione da millenni.